La zanzara tigre è ancora oggi responsabile della trasmissione di diverse malattie virali, potenzialmente anche gravi. Per questo gli interventi di prevenzione e disinfestazione continuano a rimanere in cima alle agende di amministrazioni locali e istituzioni nazionali e internazionali.
La zanzara tigre: conoscere il suo comportamento per combatterla
La zanzara tigre può volare attivamente per appena 200 metri ma arriva in nuove aree, anche molto distanti, attraverso il trasporto passivo e accidentale sia di esemplari adulti sia di uova (che si trovano, ad esempio, negli pneumatici). Le femmine sono aggressive e pungono generalmente nelle ore diurne, all’aperto o all’interno delle abitazioni, anche dopo il tramonto (soprattutto in presenza di luce artificiale) più frequentemente in ambiente urbano dove è maggiore la densità di popolazione rispetto alle aree rurali e naturali.
Un rischio sanitario da non sottovalutare
Sebbene in Italia la zanzara tigre sia considerata generalmente soprattutto una grande fonte di fastidio (a causa delle punture) l’attitudine a pungere della femmina può rappresentare un serio problema sanitario. Detto altrimenti, la zanzara tigre è un vettore biologico attraverso il quale possono essere trasmesse diverse infezioni virali, tra le quali alcune molto gravi, come i virus dengue (DENV), chikungunya (CHIKV) e febbre gialla (YFV).
Le alte densità della zanzara tigre in certi territori costituiscono ancora una reale minaccia sanitaria per la salute umana, su cui è necessario tenere sempre la guardia alta. In anni recenti la zanzara tigre è stata infatti responsabile di alcune consistenti epidemie:
- Un focolaio di chikungunya nel 2007 (prima volta in Europa, proprio in Emilia Romagna) con 250 persone contagiate;
- Dieci anni dopo un focolaio di CHIKV tra Anzio e Roma con 298 casi autoctoni accertati;
- A fine agosto 2020, per la prima volta in Italia, un focolaio epidemico di DENV in Veneto, con 11 casi autoctoni.
La prevenzione: suggerimenti e obblighi da rispettare
La aedes albopticus, cioè la zanzara tigre (presente in Italia ormai da 30 anni) è capace di riprodursi in modo rapido ed esponenziale ma non sopravvive all’inverno da insetto adulto. Nei mesi più caldi, soprattutto quando le temperature medie sono intorno ai 25°C, la zanzara arriva a completare il suo ciclo di sviluppo in poco più di una settimana.
In Italia le zanzare iniziano a riprodursi, tendenzialmente, dalla metà di marzo, quando le temperature medie superano i 10°C e le ore di luce salgono a 12. È in questo periodo che diventa opportuno – se non indispensabile – attuare le normali pratiche di prevenzione: un solo esemplare di zanzara eliminato a marzo, infatti, corrisponde a sciami di zanzare in meno ad agosto.
Le amministrazioni locali – oltre a intervenire con azioni dirette (per esempio trattando con larvicida tombini e caditoie stradali, i luoghi preferiti dalle zanzare per deporre le uova) – forniscono anche suggerimenti e linee guida ad aziende e privati. Le attività di prevenzione raccomandate prevedono l’effettuazione di controlli nelle aree all’aperto per rimuovere tutti i luoghi di possibile sviluppo delle larve e il trattamento dei tombini con prodotti preferibilmente biologici, almeno una volta al mese da aprile ad ottobre.
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